giovedì 28 agosto 2014

LA PRIMA VACANZINA FORMATO FAMIGLIA



Eccoci reduci dalla nostra prima mini-vacanza in tre!
Un weekend per staccare dalla vita reale, per stare insieme 24h/24, per dedicarci solo a noi tre, coccolarci, ascoltarci, senza le distrazioni, i doveri, i pensieri di tutti i giorni...un momento per interiorizzare il nostro "essere famiglia" per la prima volta lontani da casa...

Con tanti bagagli come per star via un mese (un trolley intero per il cucciolo, con praticamente tutto il suo armadio dentro perchè "non si sa mai", e uno diviso a metà per me e Papà I., un lettino da campeggio, un passeggino, un marsupio e una fascia porta-bebè, nemmeno avessimo dieci figli, una borsa con riserve di cibo per un lattante come se si stesse andando nel centro della Foresta Amazzonica), siamo partiti alla volta della provincia di Mantova, pieni di allegria, ma anche un pò intimoriti da come sarebbe stato gestire il piccolo D. lontani da casa...un pò spaesati per il nuovo "formato famiglia" della nostra vacanza, fino a 9 mesi fa adatta all'essere in due, con pochi bagagli e tanti km da fare per vedere tutto il possibile dei luoghi visitati...

Il primo motivo di ansia era il viaggio: come teniamo per tre il cucciolo buono nel seggiolino? E invece ci ha stupiti! Il viaggio è durato tre ore e lui ne ha dormite tre e mezza! E ogni volta che lo abbiamo messo in macchina è stato così...nanna immediata! Neanche nel seggiolino fosse stato spruzzato un sonnifero!

Altro dubbio era il sonno notturno...posto nuovo, rumori nuovi...e invece, anche in questo caso, il piccolo D. si è fatto delle dormite che a casa sono mesi che non vediamo: una tirata unica dalle 21 alle 6! L'aria mantovana gli fa bene...volevo inscatolarne un pò da portare a casa per le emergenze!

Accantonati i due potenziali problemi, ci siamo rilassati e abbiamo scoperto insieme tantissime cose, suoni, odori, sensazioni tattili: il rumore della pioggia che cade sull'ombrello, il fiume che scorre vigoroso, le papere nel lago, la morbidezza della criniera di un dolcissimo pony, le mucche e i vitellini nella stalla, il loro muggito forte e improvviso e la loro "puzza"...



E' stato bellissimo esserci tutti e tre e per una volta poter fare le cose con calma e serenità, svegliarsi lentamente la mattina (cioè...io tanto lentamente no, perchè il cucciolo esigeva la sua colazione molto presto, ma almeno dopo si poteva rimanere tutti e tre nel lettone), passare la mattinata nel giardino dell'agriturismo dove abbiamo soggiornato,  fare lunghe passeggiate sulle rive del Lago di Garda, esplorare i dintorni sotto la guida di una coppia di amici che abita in quella zona (grazie Matte&Fede!), visitare la fattoria della zia Fede e ridere a crepapelle alla vista degli animali...insomma, una meravigliosa esperienza! E anche il piccolo D. ha percepito questa tranquillità perchè è stato un angioletto!

Siamo tornati a casa ricaricati, nel corpo e nello spirito, e orgogliosi di essere riusciti a gestire la nostra prima vacanza in tre!

Ora siamo prontissimi per partire per altre mete...

mercoledì 20 agosto 2014

CANTA CHE TI PASSA


Il piccolo D. ama molto le canzoncine. Quando piagnucola un po', sul seggiolone, sul fasciatoio, in macchina, è sufficiente che io inizi a canticchiare una delle nostre canzoncine e subito il pianto si placa e ricompare il sorriso, corredato di braccia che vanno su e giùgambine in ipermovimento e urletti vari. E' bello rendersi conto che riconosce la mia voce e le melodie che più spesso gli canto.

Nella nostra compilation ci sono filastrocche che mia mamma mi cantava da piccina e che sono riaffiorate alla mia memoria spontaneamente appena è nato mio figlio, motivetti che ho imparato ascoltando un CD che mi hanno inviato in regalo con l'abbonamento ad una rivista per mamme&bimbi, canzoncine che mi ha insegnato una amica-mamma, che di lavoro fa l'educatrice,in occasione di divertentissimi pomeriggi-laboratorio per i bimbi.

La cosa che più diverte il piccolo D. sono i movimenti delle mani che ogni nostra canzoncina prevede...più la coreografia è animata più lui ride...così io lascio da parte la mia innata ritrosia e mi trasformo in una sorta di animatore turistico solo per vederlo divertirsi...

La canzoncina che arriva direttamente dalla mia infanzia è IL COWBOY PIERO...ricordo quando mia mamma la cantava a me e mio fratello! Ci è voluto un po', ma pian piano ho ricordato non solo le parole ma anche i gesti...

Là nella foresta, sopra il Monte Nero (le mani disegnano le sagoma di un monte)
C'era un cowboy che si chiamava Piero (una mano fa il gesto di togliersi un cappello)
La sua cavalla (le mani mimano due orecchie sulla testa)
Dormiva nella stalla (le mani mimano il dormire)
Mentre lui beveva allegramente il tè (una mano fa il gesto di bere)

Il cowboy Arturo (una mano fa il gesto di togliersi un cappello)
Pian pian scavalca il muro (le mani fanno il gesto di arrampicarsi)
E la sua cavalla (le mani mimano due orecchie sulla testa)
Gli rubò (una mano mima il rubare)
Oibò! (si alza un indice)

Ma l'indiano bello (si sorride)
Col chiodo nel cervello (le mani mimano un chiodo in testa)
Prese la cavalla (le mani mimano due orecchie sulla testa)
E gliela riportò! (le mani mimano il ritornare)

Segue battito di mani ad oltranza sulla melodia della canzone. Con grandi sorrisi del cucciolo.

A volte, per completare il teatrino, io e D. guardiamo anche la versione animata della canzoncina. Sguardo completamente rapito dai personaggi, dai colori, dal movimento.

Una recente new entry nella nostra hit parade è la canzone dei TRE PORCELLINI. La nonna ha cominciato a cantarla al piccolo D. e così anche questa filastrocca è entrata nelle sue grazie e fa scaturire il suo sorriso.
Di solito, ricordo solo il ritornello...per il resto si inventa...così i nostri porcellini sono ogni volta diversi e ad ogni cantata vivono nuove avventure...

Siam tre piccoli porcellin
Siamo tre fratellin
Mai nessuno ci dividerà
Tralalalala!!!

E comunque quando la canta la nonna è più divertente!

La nostra prima canzoncina animata è stata IL CAVALLO DEL BAMBINO: il piccolo D. sulle mie ginocchia...e via, in groppa al nostro cavallino immaginario...

Il cavallo del bambino
Va pianino, va pianino
Il cavallo del vecchietto
Va zoppetto, va zoppetto
Il caval del signorino
Va lentino, va lentino
Il caval del giovanotto
Va di trotto, va di trotto
Il caval del signorotto
Va al galoppo, al galoppo
Il caval del mio compare
su nel vento sa volare
E il caval che va alla guerra
...patapumfete tutti giù a terra! (con tuffo finale all'indietro!)


La mia preferita è SE GUARDO IL TUO VISINO (anche detta OCCHIO BELLO)...con questa filastrocca esploriamo la faccetta buffa di D. seguendo il testo...

Se guardo il tuo visino
Ci vedo tante cose
Proviamo ad inventare
Un gioco per giocare...
Questo è l'occhio bello
Questo è suo fratello
Questa è l'orecchia bella
Questa è sua sorella
Questa è la bocchina
Questa è la cugina
Bocca, bocchina che bacia mammina
Naso, nasino che fa campanellino!

La canzone jolly è TI PRESENTO LE MIE MANINE, che mi ha insegnato la mia amica-mamma Chiara, che non smetterò mai di ringraziare, perché con questa canzoncina risolviamo molte situazioni...
La versione originale prevede che le manine presentate al bimbo offrano bacini, saluti, batti-mani...con noi offrono qualsiasi cosa sia necessaria in quel momento: la minestrina se stiamo mangiando e ci agitiamo, il lettino se è notte fonda e di dormire non se ne parla, il pannolino se è l'ora del cambio e non vogliamo stare coricati...per ogni occasione, le manine hanno qualcosa per noi!

Ti presento le mie manine
Un bacino ti vogliono dar
Di qua (smack smack)
Di là (smack smack)
Di su (smack smack)
Di giù (smack smack)
Le mie manine 
Non ci sono più...

Così...il nostro motto è diventato CANTA CHE TI PASSA (nel vero senso della parola)...e la nostra compilation è in continuo aggiornamento!

PS - ...e ovviamente mi ritrovo a canticchiare questi motivetti anche quando il piccolo D. non è con me...

giovedì 14 agosto 2014

SEGUI IL SUO CUORE


Non ho mai avuto un buon rapporto con il riposino pomeridiano del piccolo D. 
O si addormenta da solo sul seggiolone, subito dopo il pranzo, e lo trasferisco, con estrema delicatezza, nel suo lettino, oppure so già che ci vorrà tutto il pomeriggio per convincerlo a non opporsi al sonno, a non tentare di aprire gli occhi ogni volta che questi gli si chiudono. A mali estremi, bisogna caricarlo sul passeggino, in fascia, in macchina, portarlo fuori per permettergli di rilassarsi e lasciarsi andare finalmente tra le braccia di Morfeo.

E' andata sempre così fino a ieri.

Ieri ho capito che ero io a sbagliare tutto. Completamente.

Mi sembrava una cosa "giusta" tenerlo con me in cucina, seduto sul suo bel seggiolone, se non ne voleva sapere di fare la nanna pomeridiana...canticchiargli qualcosina, fargli vedere cosa stavo cucinando, proporgli i suoi bei giochini, inventarne di nuovi con scodelle, mollette da stendere, cucchiai...tutto perfetto, non fosse che io non ero completamente sua
E no, perché con la smania di fare mille cose insieme e ottimizzare i tempi, mentre giocavo con lui, lavoravo al PC, preparavo la cena, parlavo al telefono, guardavo la TV...volevo portare a termine quello che mi ero prefissata di fare entro quella giornata. Come facevo prima. 

Ieri, invece, dopo il pranzo, non arrivando il sonno, ci siamo messi a giocare sul tappeto della sala, in piena libertà di muoversi, di interagire, di guardarci, di abbracciarci. Solo lui ed io. Senza seggioloni di mezzo. Alla stessa altezza, tutti e due seduti sul tappeto. 

Dopo mezz'ora di gioco libero, da solo si è sdraiato, mi ha preso le mani e si è addormentato.

Sono tornata bambina, ho seguito il suo cuore, i suoi desideri, e sono cresciuta come mamma.

martedì 12 agosto 2014

MAMMA E PAPA' CANGURO ALLA SCOPERTA DEL MONDO

Mio figlio è uno di quei bambini che adorano stare "accozzati". Lo è da quando è nato. Aveva una bassissima autonomia se lo si lasciava da solo nella culla o sulla sdraietta e ora sta ben poco nel box o sul seggiolone. Nessun gioco pare sostituire le persone. A lui piace stare in mezzo alla gente, sentire parlare, cantare, meglio se queste attenzioni sono rivolte a lui. E' capace di addormentarsi nel bel mezzo di un ristorante o ad una sagra di paese con l'orchestra che suona a tutto volume, ma, al contrario, certi pomeriggi impiega ore per convincersi a fare il riposino nel silenzio di casa. Ha proprio bisogno di vedere, sentire e stare appiccicato alle persone, nello specifico a me.

Questo lato del suo carattere da un lato è molto gratificante e tenero, perché mi sento assolutamente importante per lui ed è bello vederlo molto interattivo con tutti, dall'altro è davvero difficile gestirlo, con una casa da mandare avanti e magari un lavoro al PC da finire. Anche quando si esce, sopporta il passeggino per un po', poi si ribella e non ce n'è per nessuno.

Cercando qualcosa di funzionale a questa necessità del piccolo D. di essere sempre "vicino" a noi, siamo approdati nel fantastico mondo del PORTARE...e senza nemmeno accorgercene siamo diventati mamma e papà canguro! Ora, passeggino a casa e bimbo in spalla, possiamo esplorare con lui il mondo con praticità e tanta tanta felicità per tutti e tre!

Con il nostro baby-cozza, anche detto Appiccichino, abbiamo usato, fino ad ora, tre soluzioni, in relazione a età/peso del piccolo e alle nostre preferenze.

1) FASCIA LUNGA ELASTICA



E' la mia fascia del cuore...forse perché è la prima e perché me l'ha regalata Papà I. facendomi una bellissima sorpresa, forse perché la collego a D. piccolo piccolo, alle prime uscite con lui, al senso di pace quando finalmente il suo pianto si placava non appena era stretto stretto a me, forse perché si ha la bellissima sensazione di averlo ancora nel pancione!
Non è una fascia "facile", nel senso che ho impiegato un po' di tempo a capire come gestirla senza rimanere aggrovigliata nel tessuto e a superare la paura di "maneggiare" il cucciolo per racchiuderlo all'interno, ma una volta fatta un po' di pratica in casa, con il supporto di video tutorial, mi sembrava di non aver mai usato altro nella vita. 
Oltre che accompagnarci nelle nostro passeggiate al mare, sempre in borsa, sempre pronta ad assere annodata, ho usato molto questa fascia in casa...bimbo tranquillo e addormentato e mani libere per lavare, stirare, cucinare!
Purtroppo ho potuto usare poco questa fascia. Un po' perché ho iniziato a usarla quando il piccolo D. aveva già tre mesi; un po' perché, seguendo quanto riportato sulla confezione, dove erano proposte le più svariate legature, per neonati e per bimbi di 3-4 anni, mi ero illusa di avere tantissimo tempo per sfruttare questo supporto. Invece, un giorno lego il piccolo D. come al solito...e nel tempo di arrivare alla porta di casa me lo ritrovo sulle ginocchia! La verità è che l'elastica va bene fino a circa 6 kg, poi il tessuto tende a cedere. Una vera ingiustizia


2) FASCIA AUTOPRODOTTA PER PORTARE SUL FIANCO (ovvero come riutilizzare una pashmina che giace dimenticata in un cassetto)


E' la fascia che uso adesso, che il piccolo D. ha quasi nove mesi...ed è la comodità fatta fascia
Abbandonata l'elastica, ero un po' depressa senza un supporto da usare...e con la primavera alle porte la necessità di trovare una soluzione era ancora più pressante, per fare passeggiate in completa libertà. 
Documentandomi in rete, ho scoperto l'esistenza della fascia ad anelli per portare sul fianco...e me ne sono innamorata! Ma dovevo trovare una soluzione che fosse anche economica...(come dirò al punto 3, per il Papà avevamo appena acquistato un Manduca). Ho iniziato a documentarmi su come cucirla da me...anche se restava il fatto che ci vuole tutta che io sappia attaccare un bottone...
Un giorno, mettendo a posto nell'armadio, ho scovato questa sciarpetta azzurra dimenticata. Mi sono illuminata! Se al posto dell'anello...ci si facesse un bel nodo? Così è nata la nostra "ring sling senza ring"!
Al piccolo D. è piaciuta subito e ora siamo inseparabili...per il mare, per le passeggiate, per la spesa è una soluzione comoda, rapidissima e molto fresca. Da lì può guardare il mondo, interagire con suoni, voci, luci, può esplorare ciò che lo circonda, pur essendo accozzato a me, il che ancora gli piace molto!

3) MANDUCA

Questo è il marsupio di Papà I.! Per lui le fasce "sono da femmina", per cui ci siamo dovuti attrezzare con un marsupio ergonomico
Non è stato facile usarlo con il piccolo D.! Dopo tante belle dormite portato sul davanti quando era piccino piccino, dai 5 mesi non ne ha più voluto sapere, e ogni volta che lo mettevamo in questo supporto erano urla e strilli. Temevamo di aver fatto un acquisto non adatto a noi.
Abbiamo lasciato passare un po' di mesi, il tempo che imparasse a stare dritto, seduto da solo, e l'abbiamo sistemato dietro: un successone! Sono tornate le dormite e l'allegria di essere portato da Papone!
L'idea che mi sono fatta è che sono stati causa del rifiuto per metà il caldo e per metà l'aumentata curiosità verso il mondo a partire dai 4-5 mesi...per entrambe le motivazioni, il portare dietro è stata la soluzione: più libero di muoversi, guardare e interagire...e all'occorrenza con tutto lo spazio necessario per la nanna.

venerdì 8 agosto 2014

L'ALBUM DEI RICORDI


Da quando il piccolo D. è nato, tra noi genitori, i nonni, gli zii e quanti altri vi vengono in mente, gli abbiamo scattato migliaia di foto. Non voglio perdere la più piccola espressione, il più semplice gesto, la più divertente smorfia...e allora scatto in continuazione! "Quelle venute male poi le cancello!", "Anche se è appena mossa, poi la sistemo al PC!", "Dai, scatta anche col tuo così tengo la migliore!"...queste sono le scuse che adduco quando sono presa dallo scatto compulsivo. Poi non solo non elimino nessuna foto perché in ognuna trovo quel particolare che me la fa amare alla follia, ma conservo pure quelle fatte da altri, soprattutto da mia mamma, che in quanto a scatto compulsivo è peggio di me. Risultato: abbiamo accumulato qualcosa come 2 GB di foto solo del piccolo D. durante i suoi primi otto mesi di vita!

Riuscire a estrapolare un numero contenuto ma significativo di foto da questa marea per l'album dei ricordi (a otto mesi e mezzo forse sarà il caso di iniziarlo!?!), è stato un arduo compito. Ci ho messo qualcosa come due mesi! E dopo averne scelte SOLO 250, mi accorgo che il bellissimo album, regalo di Sarah e Nicola, ne può contenere verosimilmente 180...volevo piangere! Un'impresa impossibile eliminarne altre! "Beh, ma in questa gli hai tagliato una mano! Qui è completamente sfuocato! Questa poi l'hai fatta col cellulare...si vede lontano un chilometro! Leviamole." mi riprende Papà I., cercando di venirmi in soccorso. Ma lui è un appassionato fotografo, nel senso che ama la foto perfetta, tecnicamente perfetta in quanto a luce, contrasto, luminosità e tutte quelle cose lì. Io amo le foto che colgono l'attimo. Se poi non sono da esposizione, pazienza. "Ma sei pazzo! Lì era quel giorno che ha fatto il primo sorriso...! Quella è la prima volta che siamo usciti solo io e lui! Uh, questa gliel'ho fatta sulla poltrona di mia nonna...mia mamma l'aveva fatta uguale a me!". Inutile dire che, poverino, ci ha rinunciato.

Beh, alla fine sono riuscita a selezionarne 140...previdente del fatto che l'album dovrà arrivare fino al suo primo compleanno. Spero che 40 foto siano sufficienti per i prossimi quattro mesi!

"Sono 140 hai detto?"...Papà I. si ferma, vedo che l'espressione si incupisce, si fa seria..."Facendo due conti...è circa una foto ogni due giorni!". Ho capito, sono irrecuperabile.

giovedì 7 agosto 2014

L'EMOZIONE NON HA VOCE


Ieri sera ho visto questo bel film, di quelli che ti fanno star bene, di quelli che sai già che finiranno bene, di quelli che raccontano vite normali...e problemi normali, che potrebbero capitare anche te. Io adoro questi film. 

La protagonista è una mamma in carriera che tenta di tenere tutto in equilibrio, casa e lavoro. Una questione che sento molto mia, essendo rientrata dalla maternità da solo un mese. Certo, la protagonista del film ha una realtà più complicata della mia, si occupa di finanza ed è costretta a viaggiare continuamente fuori città. Io me la cavo con 40+40 km di viaggio al giorno e un orario piuttosto flessibile. Ma le ansie e le paure che esprime sono come le mie: i figli crescono, ogni giorno imparano qualcosa di nuovo...e io non ci sono! 


Ma oggi non voglio parlare dei problemi pratici e di coscienza di una mamma che lavora (ma lo farò). 


Il particolare del film che mi ha fatto riflettere è la ricaduta che la vita della protagonista ha sulla sua assistente, che dichiara di non volere figli perché ti limitano, in tutti i settori della vita. Ma...la gravidanza arriva inaspettata! Crisi. La mamma in carriera si mostra disponibile a esserle di supporto. Ma lo fa con una discrezione meravigliosa, soprattutto per quello che riguarda le emozioni. Le spiega tutto sul l'organizzazione pratica della vita con un neonato, ma non le svela troppi particolari sui sentimenti che proverà una volta preso in braccio il suo piccolino. Sarebbe inutile. Questa cosa devi viverla, non si può raccontare.


Sono convinta che una neomamma e un neopapà debbano sperimentare in prima persona l'emozione di diventare genitori, nessun racconto potrà spiegarti cosa proverai nel momento in cui due occhioni scuri incontreranno i tuoi e una manina raggrinzita si stringerà al tuo dito. Che meraviglia essere sorpresi da un sentimento nuovo e improvviso dopo la lunga attesa dei nove mesi e dopo le fatiche del parto! 


La scena più bella del film è nell'epilogo. Nasce il bimbo atteso e la mamma dice queste parole: "L'ho visto...ed è cambiato tutto!" (Con lacrime di commozione). Poi si volta verso l'amica, con sguardo falsamente minaccioso: "Perché non me l'hai detto?!? Ora mi trasformerò in una specie di Mamma per Amica?!? Non mi è mai piaciuto quel telefilm!".

mercoledì 6 agosto 2014

L'IMMAGINE CHE AVEVO DI ME COME MAMMA


Nella mia famiglia, sia da parte materna che da quella paterna, sono la prima nipote. E oltre a essere la prima, sono stata l'unica nipote femmina per vent'anni. Non mi sono mai sentita a disagio in questa condizione di unicità. Anzi, egocentrica quanto basta, come è frequente nei primi nipoti, abituati ad avere l'attenzione di tutti, mi ero felicemente abituata ad essere la mammina del gruppo. Qualsiasi fosse il divertimento del momento, il mio ruolo era infatti sempre quello di supervisore, dalla dolce soccorritrice di piccoli animali smarriti (ovviamente impersonati da mio fratello e i miei due cugini), all'educatrice severa ma dal cuore tenero di scriccioli indifesi (sempre loro, mio fratello e i miei due cugini). 
Oltre ai miei compagni di giochi, facevo la mammina anche delle mie bambole. E qui la mia intransigenza già si vedeva. Ero con loro molto amorevole, le pettinavo e curavo i loro abiti, ma animavo anche scene di rimproveri verso le povere malcapitate, a cui attribuivo le più disparate disubbidienze.

In questi giochi infantili si è creata l'immagine che avevo di me come mamma: affettuosa, premurosa, attenta ai particolari, ma anche molto rigorosa e inflessibile sul rispetto delle regole.

Il mio blog nasce da qui, da questa immagine giocosa e infantile del mio essere genitore, un'immagine di me che mi fa sorridere e mi fa pure un pò di tenerezza. Sono curiosa di scoprire che mamma sono con il mio piccolo D., se con lui sarò come con le bambole di pezza o se i suoi dolci occhioni ostacoleranno la mia remota intransigenza (cosa che credo possibile dato che in soli otto mesi già sa come farmi fare ciò che vuole...solo con un sorrisetto!), di conoscere se saprò conservare il mio spirito infantile per arricchire i nostri momenti di gioco.

In questo spazio virtuale voglio documentare il nostro percorso insieme, passo dopo passo, ricordare ogni particolare del nostro viaggio,  memorizzare idee, pensieri, dubbi, emozioni, gioie. 
E lo voglio fare qui, unendomi alle tante altre mamme blogger presenti sul web, perché penso che la condivisione delle proprie esperienze sia di grande aiuto per chi si addentra nel cammino della genitorialità. Almeno per me è stato di supporto leggere le storie di chi ci era passato prima di me. Più utile di tanta teoria da manuale.
Il mio blog non vuole essere un libretto di istruzioni, ma semplicemente è il diario di una mamma normale, una come tante, che sta imparando ad essere genitore...crescendo ogni giorno insieme al mio cucciolo, tornando a mia volta bambina per ri-vedere il mondo attraverso i suoi occhi.