lunedì 29 settembre 2014

BABY SHOPPING COMPULSIVO


Mamme, ma anche a voi capita di non sapervi trattenere dall'acquistare compulsivamente per i vostri bimbi?

Devo dire che io non sono mai stata un'amante dello shopping selvaggio, non in maniera eccessiva almeno...mi piace andare nei negozi low-cost o sui mercati settimanali per la semplice soddisfazione di portarmi a casa grandi quantità a piccoli prezzi...ma non l'ho mai fatto in maniera compulsiva, non per me...

Ma da quando è arrivato il piccolo D. non so trattenermi! On-line (I love Kiabi) o per negozi, se faccio l'errore di entrare nel reparto bimbi è finita...'ciao ciao'  risparmi...

Prima di connettermi al mio sito preferito o di entrare nel negozio prescelto, mi riprometto di entrare solo per guardare...

Ma se trovo i calzini di Batman coordinati al pigiamino che gli ho comprato qualche mese fa, che faccio, non li prendo? E se vedo una tutina che dichiara amore eterno a mamma e papà e già immagino la dolcezza e la morbidezza nel mettergliela per la nanna, come posso rinunciarvi? E se finalmente scopro l'esistenza dei bavaglini bandana e me ne innamoro?

Non posso resistere, non fosse altro che per vedere poi questi piedini con la tutina nuova, proprio come me li ero immaginati...


PS - E come mi fa sempre notare mio marito...meno male che ho un figlio maschio!

mercoledì 24 settembre 2014

RIVOGLIO INDIETRO IL MIO PANCIONE


Come dico sempre a mio marito, sono convinta che nel cervello delle donne, e ancor di più in quello delle mamme, ci sia il tasto RESET, fornitoci per la prosecuzione della specie. 

Ho sempre pensato che la frase 'Il dolore del parto lo si dimentica subito, appena hai tra le braccia il tuo bambino!' fosse una diceria, una sorta di conforto, di rassicurazione che chi ha già partorito riserva per le quasi-mamme in modo da sedare la loro ansia. 
E ho continuato a pensare ciò anche i primissimi giorni dopo il mio parto. Pensavo 'Vedi, avevo ragione, è una diceria...me lo ricordo eccome!'

...poi BOOM...qualcosa è cambiato nel mio cervello...il tasto RESET è stato attivato...dalle manine di mio figlio, dal suo odore di bambino, dalla dolcezza del suo sonno...e già dopo un mese dal parto, nonostante le notti insonni, le paure e le ansie da neo mamma, la vita completamente sconvolta, mi sono ritrovata a pensare che avrei voluto rivivere altre dieci, cento, mille volte la bellezza sconvolgente di quei momenti, quando senti il suo primo vagito e vedi per la prima volta i suoi occhioni... 

La mia mente razionale non trova altra spiegazione se non un blackout involontario per spiegare il perché si ha più di un figlio nonostante il metterlo al mondo non sia una passeggiata!

Questo stesso RESET è quello che mi permette di avere gli occhi a cuoricino ogni volta che vedo una donna col pancione...invidiandola un po' per la meraviglia di emozioni che deve ancora vivere...nonostante io non stia dormendo da settimane perché ho un piccolo koala che vuole stare tutta la notte appiccicato a me!

Mi è capitato di recente di presentare alcune lezioni in un corso all'università insieme ad una collega che aspetta un bimbo. Mentre il docente di turno spiegava, la mia mente si è dolcemente fermata a osservare questa futura mamma...e a pensare che dentro di lei, lì, insieme a noi, c'era un cucciolo d'uomo...e ho provato una infinita dolcezza...che bella questa mamma col suo pancione! Sarà che esattamente un anno fa c'ero io a seguire quello stesso corso col mio piccolo D. che scalciava dentro di me...quindi mi sono un po' impersonata in lei...ma in quel momento ho desiderato avere indietro il mio pancione!

Quindi, future mamme, vi assicuro per esperienza, che la fatica del parto è solo un momento tra i milioni che vivrete col vostro piccolo e uno dei meno importanti, dopo tutto...lo ricorderete come qualcosa di lontano e pian piano lo dimenticherete!! È tutto vero! Il RESET prima o poi si attiva e la mente torna vuota...pronta per nuove emozioni!

PS - Io ho avuto tutto sommato un parto semplice, fisiologico che di più non si può...se qualche mamma che legge non è stata altrettanto fortunata e ha ancora gli incubi al solo pensiero, non me ne voglia...questa è solo la mia esperienza!

PPS - Se mai avrò un altro figlio, so che maledirò questo tasto RESET...ma la consapevolezza del futuro oblio (forse) mi sarà d'aiuto...

giovedì 18 settembre 2014

LE COSE DI TE CHE VOGLIO RICORDARE


Questa settimana sono rientrata al lavoro  a pieno ritmo, dopo maternità, ferie, inserimento al nido del piccolo D.
Inutile dire che mi sento come in un vortice. È una delle settimane più folli della mia vita. Vivo a compartimenti stagni. Sono mamma la mattina appena alzata...allattalo, cambialo, vestilo, fai colazione...ah no ormai è tardi! Divento lavoratrice appena papà e figlio escono di casa...borsa a tracolla e di corsa in stazione...per tutto il giorno cerco di rispolverare la memoria (ma davvero dieci mesi fa facevo questo lavoro?!?)...il tardo pomeriggio scatta l'ora X e via di corsa su un altro treno...rientro a casa affannata...e per magia ritorno di nuovo mamma fino al mattino dopo.
A volte sbaglio ruolo e faccio per alzarmi in treno se sento un gridolino di bimbo.

In questo delirio, mi prendo dieci minuti per me a pranzo (davanti al pc per ottimizzare) e faccio la mia pausa con la blog-terapia. Girovago in rete tra i siti di mamme, confrontandomi con i loro pensieri, problemi, dubbi, rido per le cose buffe che fanno i loro bimbi, prendo spunto su cosa cucinare la sera al pupo...è come leggere un libro con tanti personaggi...

Nella mia pausa di oggi mi sono imbattuta in questo dolcissimo post di Una mamma green.
Sarà lo stress del momento, sarà la sindrome da abbandono che avrà mio figlio ma ho pure io, sarà che mi piace molto come scrive questa mamma...ma mi sono commossa.

Nel post in questione si parla di quei particolari piccoli ma preziosi di un figlio. Di quelle espressioni che ci fanno ridere. Di quei piccoli gesti che solo le mamme (o i papà) notano. Di quelle abitudini famigliari tanto belle.

Nella mia mente si è subito manifestato il mio cucciolotto, con la sua faccia buffa e il suo bel sorriso.

Anche io voglio ricordare, e farti ricordare quando sarai grande, ciò che sei e che fai ora, ciò che facciamo insieme.

Ecco le mie dieci cose di te che voglio ricordare:

- La sensazione sulla pelle, l'odore di latte di mamma e i mugolii che facevi per cercare il seno da piccolissimo. Come un cucciolo, annusavi, ti spostavi e poi, appena arrivato al punto giusto, AAARGHH!...con un verso sordo e caratteristico ti gettavi sul capezzolo come un animale sulla sua preda!

- La tua prima espressione, sembrava una smorfia, che si è tramutata inaspettatamente in sorriso. Ricordo quella mattina come fosse ora.

- L'espressione del tuo viso prima di scoppiare a piangere quando eri piccolissimo. Me ne accorgevo almeno 15 secondi prima. Ti trasformavi, gli angoli della bocca si piegavano all'ingiù, gli occhi si chiudevano, ma tu eri ancora silenzioso...così brutto...ma per me di una incantevole bellezza...

- Il modo in cui arricci il naso e il forte respiro nasale che emetti ogni volta che vedi del cibo e, da buon gustaio quale sei, lo vuoi tutto per te e subito. È la prima espressione complicata che hai imparato.

- Il movimento incontenibile delle tue gambine quando c'è qualcosa che ti piace tanto, e il rumore ritmico che questo provoca sulla sdraietta, quando ci sei seduto sopra. Me ne accorgo anche se sono di spalle sentendo quel BUM BUM BUM tanto caratteristico.

- Il tuo piedino all'aria quando ti addormenti sulla sdraietta, ti metti comodo, sollevi il piede e lo appoggi sui braccioli, il tutto mentre dormi. Sembra una posizione tutt'altro che comoda ma ci stai per ore.

- Il sorriso soddisfatto con cui accogli la tua copertina della nanna e l'espressione con cui ci infili dentro il naso e ti ci fasci tutto, come fosse un vero abbraccio. La copertina è una mia sciarpa e sento il tuo abbraccio un po' mio.

- Il tocco delle tue mani cicciottose, morbide, umide di saliva (dato che le hai sempre in bocca) sulla mia faccia. La tastano non per fare una carezza, ma per studiarla, come fosse una cosa nuova e rara. O almeno questo è ciò che provo io.

- Le tue manine alzate in aria per farti abbracciare e la tua testolina sulla mia spalla, gli occhi semi-chiusi, appena io ti avvolgo con le mie braccia. Hai imparato cos'è un abbraccio...e non ne puoi più fare a mano.

- Il calore, il sudore, l'appiccicosità delle poppate in estate. Un caldo infernale, ma non si rinuncia mai a prendere il latte di mamma...

- La foga con cui ti arrampichi su Papà I. quando vuoi farti prendere in braccio da lui. Ti attacchi alla sua maglia e scali il suo torace fino ad arrivare ad abbracciargli il collo.

- L'espressione testarda quando vuoi raggiungere il telecomando o il cellulare, che chissà perché ti piacciono così tanto, e noi li allontaniamo da te. Non c'è  richiamo che tenga, tu vai per la tua strada. Ti giri e ti contorci finché non arrivi dove vuoi! Già si intravede che bel caratterino avrai!

- Il divertimento, la timidezza e lo stupore con cui posi lentamente la tua manina contro la mia quando ti dico "Batti 5!". Stai imparando.

- Il suono delle risate mie e di Papà I. nell'osservare le tue espressioni, i tuoi movimenti, le tue conquiste, ora che sei grandicello. E' la bellissima colonna sonora delle nostre serate a tavola o davanti alla TV. Tu al centro e noi intorno a ridere...di te, con te, per te...


...OPS! Le cose che ho scritto di getto sono più di dieci...e se non mi fermavo a contarle avrei continuato ancora...sei una fonte inesauribile di ricordi, sensazioni, rumori, odori piccolo mio...


Edit:
Sono passati due giorni e la lista va già aggiornata:

- i tuoi bacini acquosi, che poi sono una sorta di ventosa sulla guancia...non li concedi a tutti, li riservi per pochi eletti, nello specifico, la tua mamma, la tua nonna e la zia Alessia...solo qualche volta anche il papà può gioire di queste attenzioni!

- i tuoi morsi sul naso...chissà perchè se si avvicina la faccia alla tua, spalanchi la bocca e punti il naso per morderlo...del tutto azzeccati i tuoi nomignoli "Naso" e "Mangianaso"...

- la tua risata contagiosa quando ti si fa il solletico, sotto le ascelle e nell'interno delle tue salsiciottose coscie...

giovedì 11 settembre 2014

L'INSERIMENTO AL NIDO. OVVERO QUANDO UNA MAMMA DEVE TENERE DURO



Sono reduce dalla settimana di inserimento al nido del piccolo D. 
Un'esperienza sicuramente emozionante, a tratti divertente, a tratti sconvolgente, talvolta mi è sembrata una scelta contro-natura e folle, altre volte la scelta giusta.
Di certo è stato molto divertente preparagli il corredino...shopping compulsivo per bavette, asciugamanini, etichette col nome peggio che per borse e scarpe. 
Di certo è stato bello condividere con lui le prime ore in asilo, vedere le prime interazioni con gli altri bimbi, mescolarmi un pò a loro, tornare un pò piccina.
Di certo, d'altra parte, mi ci è voluta molta forza d'animo per non cedere quando ha capito che non era solo un gioco e scoppiava a piangere appena entravamo in asilo.
Di certo ho dovuto tenere dura per non prendere in braccio mio figlio in lacrime, girare i tacchi e scappare il più lontano possibile da lì.

E' stata un'esperienza che ha temprato non solo mio figlio, ma anche, e forse soprattutto, me-mamma. Dopo mesi e mesi di simbiosi totale, permettere che un'altra persona si occupi del mio piccino, che veda i suoi progressi giornalieri, che vigili sulla sua sicurezza non è una cosa facile da accettare. Non è semplice fidarsi, in materia di figli, almeno per me.

E' indiscusso che mi sembrava di fargli un torto, quando dovevo mentirgli e atteggiarmi a persona tranquilla per tranquillizzare anche lui (mentre dentro ribollivo di ansia), quando lo abbandonavo tra le braccia della tata (da noi si fanno chiamare così...ed è bello, perché è un termine così casalingo, informale...un nome che racchiude tenerezza), quando dovevo andare via di soppiatto perché se mi vedeva varcare la porta era finita, quando riconoscevo il suo pianto tra tutti gli altri mentre salivo in auto, posteggiata proprio sotto la finestra del salone, quando tornavo a prenderlo e appena mi vedeva scoppiava in lacrime, di un pianto forte, liberatorio e stupefatto, come se gli fosse apparsa una persona che pensava che non avrebbe rivisto mai più. 

E' indiscusso, però, che è stato molto emozionante e commovente il giorno in cui sono tornata a prenderlo e me lo hanno fatto osservare di nascosto e l'ho visto giocare tranquillo sul tappetone, insieme ai bimbi della sua età, quando ha iniziato a fare il riposino durante la mattinata, segno che ha iniziato a fidarsi di quel luogo, quando è tornato da me in braccio alla tata e mi ha buttato le braccia al collo senza però struggersi in pianti viscerali...

Lì ho capito che l'inserimento era andato a buon fine. Il piccolo D., nel suo essere piccino, è diventato un po' più grande. Sta imparando a staccarsi da me...e io da lui. Ancora una volta, cresciamo insieme

E il nostro rapporto si evolve
Non stiamo sempre insieme, ma mi rendo conto che i momenti che ora viviamo a stretto contatto sono più intensi, più vivi. Lui è diventato più coccolone che mai, sempre appiccicato alla sua MA-MMM-MA, sempre più baby-cozza...io sono diventata ancor più mamma-chioccia...
Per ora abbiamo bisogno di questo, di rassicurarci a vicenda che ci siamo in questo periodo di transizione. Allontanarci ci ha fatto essere ancora più vicini! Chi lo avrebbe detto all'inizio della settimana di inserimento?!?

domenica 7 settembre 2014

LE NOTTI DELLA LUNGA PAURA



"La notte della lunga paura" è un'espressione coniata insieme alle mie (splendide) migliori amiche in occasione dei nostri viaggi giovanili. Dicesi "notte della lunga paura" quando hai l'aereo alle 6 del mattino e parti da casa con l'ultimo treno della sera e per risparmiare tempo e, soprattutto denaro, non prenoti una camera in un albergo vicino all'aeroporto ma trascorri la notte in aeroporto, accoccolata sulle panchine o sulle tue stesse valigie. Ovviamente non dormi per più di 5 minuti consecutivi. Ovviamente la mattina hai dolori ovunque. Ovviamente passi il giorno successivo in uno stato catatonico. 

Ecco, queste sono le sensazioni che provo, ogni mattina, ormai da un mese. Ogni notte è una "notte della lunga paura" perchè il piccolo D. ha deciso che lo splendido ritmo 21-6 che aveva assunto da circa il 4° mese di vita non gli piace più. Ora ci si sveglia ogni 2/3 ore, si vuole giocare o si strilla finché non si viene tenuti stretti stretti dalla mamma.
Certo, rispetto alle notti in aeroporto almeno ho un materasso su cui coricarmi, almeno sono a casa, almeno non c'è il pericolo di dovermi spostare, chiaramente appena hai perso i sensi un attimo, perché passa l'addetto alle pulizie con tanto di rumorosissimo mezzo. 
Ma sono magre consolazioni, se ti corichi, con passo felino, al buio, e sai già che entro un'ora sentirai un mugolio, che, se non ti sbrighi, diventerà un vociare, e se ancora tentenni, si trasformerà in un ululato. Se già sai che a nulla servirà infilare nella sua boccuccia spalancata il ciuccio. Se già sai che, ancora ad occhi chiusi, lo dovrai tirare su e cercare di trovare un modo per consolarlo...e, alla fine della storia, sai anche, tu, mamma, che il papà tutto sommato può continuare a dormire, magari con il cuscino sulla testa, perché la piccola belva vuole solo te, anzi solo il tuo seno, per la precisione. E sai anche che questo si ripeterà almeno 2 o 3 volte, prima che arrivi l'ora della sua colazione, che anche se ha ciucciato tutta la notte, deve essere sempre alle 6. E sai anche che dopo la poppata delle 6 le tue ore di "sonno" sono finite, perché devi andare al lavoro.

Saranno i denti? Sarà il pancino? Sarà che ho iniziato a lavorare e quindi è finita la simbiosi e lui se ne sta accorgendo? Sarà che ora ci si mette pure l'inserimento al nido?

Non ho una risposta. Sento solo che il piccolo D. ora ha (ancora) più bisogno del contatto fisico, di essere rassicurato, vuole me e praticamente nessun altro nei momenti di crisi.

E quindi non mi resta che fare ciò che credo debba fare una mamma. Ascoltare i bisogni di mio figlio e cercare di sopravvivere mentre li assecondo.

Godendomi, almeno, la sua vocina che dice MA-MA-MA-MA appena accendo la abat-jour e mi vede nel buoi della notte.

martedì 2 settembre 2014

GITA IN UN LUOGO DI FAMIGLIA


La mia famiglia è legata a luoghi che posso definire "mitici". Sono i paesi dove sono vissuti i miei nonni durante la loro infanzia e giovinezza, dove sono ambientati i racconti con cui mi intrattenevano da bambina, dove i miei genitori stessi hanno trascorso buona parte dei periodi estivi o di vacanza della loro fanciullezza. Luoghi in cui anche io sono stata portata fin da piccola e che ho imparato ad amare. Luoghi che voglio far conoscere anche al piccolo D., come fosse una sorta di eredità famigliare.

Sabato scorso abbiamo visitato, per la prima volta con il cucciolo di famiglia, il luogo del cuore di mio papà. Voltaggio. E' il paese di origine del mio nonno paterno, il posto dove mio papà trascorreva le estati da bambino e che, quindi, (come ho potuto dedurre dai suoi racconti) è per lui sinonimo di spensieratezza, di corse pazze in bicicletta giù per le curve della stradina principale del paese, col vigile alle calcagna per rimproverarlo come avrebbe fatto un genitore, in un tempo in cui ancora tutti si prendevano a cuore gli altri, di giornate a raccogliere funghi con suo papà, di giorni di giochi col suo amico del cuore (che ancora oggi è il fratello che non ha mai avuto)...un luogo, appunto, "mitico e sacro".

Con queste premesse, è ovvio che abbia voluto trasmettere tutto questo a me e mio fratello...e che ora, ancor di più, sia stra-felice di iniziare a questo luogo anche la terza generazione della famiglia.

Con il piccolo D. abbiamo, quindi, fatto il classico giro del paese, ripercorrendo tutte le tappe più salienti...
- un doveroso saluto alle generazioni passate che qui riposano, con una sosta al Cimitero del paese
- passeggiatina fino al grande parcheggio
- sosta al parco giochi...dove il piccolo D. è andato per la prima volta in altalena: dopo un momentaneo rifiuto di salire su quell'aggeggio in cui volevamo sederlo, si è lasciato convincere, forse guardando il bimbo, suo coetaneo, che occupava beato l'altra altalena...comunque una volta salito, si è divertito a suon di gridolini e risate ed è stato difficile farlo scendere! (Numero foto/video di questo momento: incalcolabile!)
- Proseguimento fino alla sorgente di acqua sulfurea, puzzolente vanto del paesello...e ovviamente il piccolo D. è stato iniziato pure a questo (attimo documentato con la foto del post) ed essendo una buona forchetta, si è pappato con tanto entusiasmo questa singolare acqua dal gusto di uovo marcio...per la felicità di mio papà, che era fallito nell'intento con me (c'è voluto mio figlio per farmela assaggiare e non lo farò mai più!)
- Trasferimento fino al centro del paese per acquistare la focaccia dolce con zucchero ed uvetta e giretto per la via principale, gustando questo tipico prodotto locale mooolto buono, che anche il piccolo D., ovviamente, ha apprezzato
- Sosta nel bel bar del paese per riprendersi dalle fatiche del cammino
- Ritorno all'auto ripercorrendo la storia "immobiliare" della famiglia e raccontando gli stessi aneddoti di sempre per ogni punto del paese

Una gita semplice, una giornata in famiglia, un paese piccolo che il cuore sa rendere speciale, tanti ricordi...

Vorrei che anche mio figlio possa un giorno apprezzare questi momenti, cogliendo la bellezza del passato, della tradizione, delle routine famigliari, portando avanti quello che c'è stato prima di lui e costruendosi nuovi luoghi di famiglia.