mercoledì 25 novembre 2015

TENIAMOCI VICINI


Tienimi vicino, mamma...sento il battito del tuo cuore, da qui dentro, sento le vibrazioni della tua voce. Cullami, cullami ancora. E parlami. Imparo a sapere chi sei, mamma.
Ti tengo vicino, piccolo mio...ti porto con me e ti cullo...sento che ti muovi nel mio pancione e so che ci sei. Tieniti stretto a me.

Tienimi vicino mamma...quanto si balla oggi! Ma che succede? Tienimi vicino, non mi lasciare. Dimmi che ci sei, che senti anche tu quello che sento io! Ah, è che devo uscire da qui? E va bene, mamma, mettiamoci al lavoro, allora!
Ti tengo vicino, piccolo mio...ora più che mai! Insieme ce la faremo a nascere, tu figlio e io mamma.

Tienimi vicino, mamma...quanto è freddo, rumoroso, pieno di luce, questo mondo in cui mi sono trovato catapultato, dopo nove mesi al calduccio nel tuo pancione. Tienimi sulla tua pancia morbida. Sto rannicchiato qui, su di te, buono buono e non piangerò più.
Ti tengo vicino, piccolo mio...ti tengo qui stretto a me ed è come se fossi ancora nel pancione. Abituiamoci con calma ad essere due persone distinte.

Tienimi vicino, mamma...mmm...che buon odorino di latte caldo che sento qui, appoggiato sul tuo cuore. Ma da dove arriva? Ecco, se mi stiracchio ancora un pochino ci arrivo. Mmm...che buono! Sa di te, mamma.
Ti tengo vicino, piccolo mio...e ti nutro col mio latte, stretto a me. Ti osservo mentre ti muovi alla ricerca del seno, mentre arricci il tuo nasino e poi, quasi con un balzo, inizi a succhiare, vorace. Starei qui ad osservarti per ore.

Tienimi vicino, mamma...oh, non sei la mamma...che abbraccio forte ma al tempo stesso delicato, quasi timoroso. L'abbraccio della mamma è più sicuro, saldo. Forse è solo che lo conosco già. Oh, questa voce. Mi parlavi anche tu quando ero dentro, vero? Ma allora sei il mio papà! Finalmente ci conosciamo! Tienimi vicino anche tu, papà...non temere...non mi rompo anche se mi stringi a te.
Ti tengo vicino, piccolo mio...o almeno ci provo. La mamma ti conosce già, ma per me è tutto nuovo. Come sei piccolo. Mi stai quasi tutto in una mano. Ti parlo così forse ricorderai la mia voce. Pian piano ci conosceremo e ti insegnerò a giocare con la palla, con le macchinine e appena sarai poco più grande di così, ti porterò in moto con me. Un figlio maschio. Il mio.

Tienimi vicino, mamma...chi sono queste ombre che si avvicinano? Tienimi stretto stretto. Io mica le conosco. Però come paroline dolci, mi dicono. Uh, quante carezze! Sono i nonni, dici? Posso fidarmi allora!! Tenetemi vicino anche voi, nonni! Più coccole ho, meglio sto!
Ti teniamo vicino, piccolino...quanto ci ricordi la tua mamma! Gli stessi riccioli, gli stessi occhi, le stesse orecchie! Ci sembra ieri che avevamo lei in braccio, come ora teniamo te! Quanto ci divertiremo insieme! Ci sentiamo già più giovani mentre ti culliamo.

Tienimi vicino, mamma...ma dove sono? Sembra di ritornare nel pancione. No, c'è troppa luce, ma per il resto è uguale. Oh come ci sto bene in questo morbido abbraccio fascioso. Quasi quasi mi faccio un sonnellino rannicchiato qui.
Ti tengo vicino, piccolo mio...sei qui nella nostra prima fascia, pancia a pancia, cuore a cuore. Tenerti cosi vicino mi fa sembrare di averti di nuovo nel pancione. Conosco il tuo respiro, da quando ti tengo così. Conosco ogni tuo movimento. Ti posso portare con me ovunque io vada. E tu dormi beato. E io sono rilassata e felice.

Tienimi vicino, mamma...ora che ho male al pancino! Ma che mi succede? Tienimi stretto a te...fammi un bel massaggino...ecco, sta passando!
Ti tengo vicino, piccolo mio...queste brutte colichette ci hanno svegliati stanotte. Ma ora vedrai che stando vicini vicini, massaggiandoti il pancino e mettendoti al caldo nella fascia tutto passerà. 

Tienimi vicino, mamma...ho fatto un brutto sogno. Fammi stare vicino a te e a papà finché non mi riaddormento. Qui in mezzo a voi, nel lettone, mi sento sicuro.
Ti tengo vicino, piccolo mio...vieni qui in mezzo a noi, nel lettone. Come mi piace sentire il tuo respiro che pian piano si calma, mentre ti tengo la manina. Addormentati sereno qui con noi.

Tienimi vicino, mamma...oh questo dentino quanto ci mette a uscire! Ma possibile che ce ne ho sempre una da sopportare? Meno male che il tuo abbraccio c'è sempre per me.
Ti tengo vicino, piccolo mio...ti cullo tenendoti in braccio, finché il male non passa. Non posso fare altro che rassicurarti col mio abbraccio...

Tienimi vicino, mamma...prepariamo insieme la cena per papà? Qui dal tuo fianco vedo tutto quello che fai...ti posso aiutare?
Ti tengo vicino, piccolo mio...fare le cose insieme a te è un'esperienza emozionante. Ecco, aiutami a girare questo...vuoi assaggiare un po' di quello? Stiamo vicini e facciamo le cose insieme! Tu sei tranquillo e cresci accanto a me...io ti vedo felice e cresco insieme a te!

Tienimi vicino, mamma...scopriamo il mondo insieme! Però tienimi vicino a te, che mica lo so io cosa sono tutti questi, rumori, questi occhi che mi guardano, questi odori strani. No no...io lo guardo da qui, per ora...
Ti tengo vicino, piccolo mio...andiamo insieme a scoprire il mondo! Condividiamo vicini le tue prime scoperte, il tuo bellissimo stupore nel vedere per la prima volta ciò che succede fuori da qui, fuori da noi!

Tienimi vicino, mamma...che dici? Provo a fare due passetti da solo? Ma tu stai sempre qui, tienimi la mano, finché non ho imparato bene!
Ti tengo vicino, piccolo mio...per mano ti accompagno verso la tua indipendenza, verso il tuo mondo! Eri piccolo fino a ieri...e poi all'improvviso...uno, due, tre...e sei andato sulle tue gambine, da solo! Che emozione essere vicino a te e osservarti crescere!

Tienimi vicino, mamma...sì, lo so, ora sono grande, ma questa febbre mi rende piccino e debole. Posso stringermi a te, pancia a pancia, come quando ero appena nato? Se poi mi dai un po' del tuo latte vedrai che starò ancora meglio!
Ti tengo vicino, piccolo mio...con questa febbre alta e questo brutto mal d'orecchie, voglio solo stringerti a me, darti sollievo con la mia presenza, in questi giorni di "mammite"...appoggia la tua testolina qui sul mio petto e chiudi i tuoi occhietti lucidi di febbre...vedrai che passerà!

Tienimi vicino, mamma...sono caduto e mi sono sbucciato il ginocchio! Solo con un tuo bacino passerà tutto!
Ti tengo vicino, piccolo mio...lo sai che un bacino della mamma è magico e fa passare tutto? Sei così buffo quando arrivi con la tua faccetta triste, la boccuccia all'ingiù, e mi dici "Mae, mamma", indicandomi il punto dove ti fa male...e poi basta un bacino per farti tornare il sorriso!

Tienimi vicino, mamma...e tu, papà, tieni stretta la mamma...i nostri 'abbracci di gruppo' sono una delle cose che mi fanno stare meglio!
Ti tengo vicino, piccolo mio...e stringo anche il nostro papone! I nostri 'abbracci di gruppo' sono uno dei momenti più belli della giornata...e vederti sorridere quando le nostre braccia si stringono su dite, insieme, è un'emozione fortissima!

...

<<Tienimi vicina, mamma...anche se ho trentanni e un figlio sul cuore, ho sempre bisogno delle tue ginocchia su cui sedermi per trovare rifugio. Sei stata accanto a me dal primo momento e io ho imparato che tu ci sei sempre, ogni momento in cui ho bisogno di te. Anche se sono una donna, adesso. Quando mi stringi mi fai tornare indietro nel tempo, mi fai sentire di nuovo bambina. La tua bambina.>>

...

Essere mamma e figlio per me è questo: un contatto, che da assoluto, come nei primi mesi, si modifica in un abbraccio, un sorriso, una presenza, fisica e nel cuore...e che si espande a tutta la famiglia. Un tenersi vicini che non muta nemmeno quando si diventa, a nostra volta, genitori.


(Questo post partecipa al tema del mese #tienimivicinomamma lanciato dalle #stormoms. Seguile su Facebook qui.)


sabato 31 ottobre 2015

PANNOLINI LAVABILI. LA NOSTRA ESPERIENZA


All'inizio dell'estate, alla soglia dei 16 mesi di BabyD, ho iniziato ad alternare l'uso dei pannolini usa&getta con i pannolini lavabili, complice l'arrivo dell'estate e l'avvio verso lo spannolinamento.

Nonostante l'espressione che diceva poco celatamente "Tu sei pazza!" dipinta sul viso di mia nonna quando le ho parlato di questo mio desiderio, non mi sono fatta scoraggiare e sono veramente felice di aver sperimento anche questo metodo di accudimento, l'ultimo tassello che sentivo mancare nel processo di crescita che ho iniziato quando è nato mio figlio.

Certo questo approccio alla maternità fa ancora più scalpore del fatto che trasporto mio figlio usando la fascia.
Ma lo capisco. Sono ancora vivi i racconti delle nostre nonne, che come la mia avevano magari tre o più figli di età molto ravvicinata, a cui cambiare a ritmo serrato quei ciripà di cotone che molto facilmente causavano perdite da ogni dove, in un periodo in cui non c'erano lavatrici e asciugatrici a supportare il lavoro delle mamme.
Oggi, però, il progresso nella scienza dei materiali ci è venuta in aiuto anche nella cura dell'igiene dei nostri bimbi...e anche mia nonna ha rivisto la sua posizione dopo che le ho mostrato cosa intendo io per pannolino lavabile!

Oltre ai tradizionali lembi di cotone, sono infatti disponibili altri materiali, più assorbenti e più facilmente asciugabili, oltre che mutandine impermeabili fatte apposta per limitare le perdite!

Si lava sempre, questo è chiaro, ma nulla di esagerato, se si considera che con un bimbo una lavatrice al giorno o al massimo ogni due non ce la leva nessuno comunque! È solamente sufficiente un minimo di organizzazione e pianificazione in più per la gestione dei capi, soprattutto se si dispone di un parco pannolini in numero ridotto, come quello che ho io

Certamente la mia esperienza è stata facilitata dal fatto che un bimbo di 16 mesi non sporca tanti pannolini quanti un neonato. Forse avessi iniziato da subito avrei avuto qualche difficoltà in più...o forse no. Sicuramente un neonato richiede un maggior numero di pannolini (chi li ha usati da subito dice almeno sui 20 capi).

Da novella in questo mondo, ho iniziato a documentarmi leggendo Pannolini Lavabili di Giorgia Cozza, una sorta di manuale che ho trovato molto utile per chi vuol avere un'idea generale su cosa voglia dire usare i pannolini lavabili, quali tipi esistano e come si debbano trattare.


Foto dall'incontro 'Viziamoli d'amore - Babywearing e pannolini lavabili' tenuto in occasione della IBW2015 presso il Nido domiciliare 'Un nido per volare' a Chiavari loc. Caperana (GE)
Una volta avuta questa panoramica, avevo un desiderio spasmodico di poterli provare con BabyD...ma un'acquisto casuale non mi pareva una giusta soluzione. Con un bimbo già grandicello poteva anche capitare che lui non gradisse il cambio.
Allora ho agito su due fronti. Innanzitutto mi sono iscritta a diversi gruppi Facebook amministrati da mamme utilizzatrici di pannolini lavabili, in modo da avere esperienze reali con cui confrontarmi e la possibilità di fare domande. Inoltre, ho preso appuntamento con la Pannolinoteca presente sul mio territorio per poter avere in prestito un piccolo parco pannolini da provare.

Grazie al prestito della Pannolinoteca, per  due settimane ho potuto sperimentare le varie tipologie di pannolini lavabili, familiarizzare con i vari tessuti e imparare i lavaggi. E verificare la reazione di BabyD a questo cambio di pannolino!


Da questa breve esperienza, ho potuto innanzitutto verificare che l'uso dei pannolini lavabili può essere introdotto anche quando il bimbo non è più un neonato. Anzi, complice forse l'arrivo della stagione calda, Baby D ha gradito molto l'essere a contatto con una superficie di tessuto invece del materiale 'plasticoso' degli usa&getta. Inoltre, col caldo, è stato comodissimo poterlo lasciare solo con il pannolino, senza nemmeno i pantaloncini sopra..comodo e bello da vedere!



Con l'uso quotidiano sono anche riuscita a farmi un'idea più precisa su quali tipologie acquistare. Tra le grandi categorie di pannolini lavabili, suddivisi in base in base alla 'struttura' del pannolino stesso (Tutto in 1 (AIO, All In One), Tutto in 2 (AI2, All In 2), Pocket, Fitted + Mutandina impermeabile, Prefold/muslin/ciripà + Mutandina impermeabile), mi sono trovata particolarmente bene con i PREFOLD, ossia un rettangolo o quadrato di tessuto che viene piegato in modo da 'costruire' un pannolino. Questo sistema prevede l'uso di una cover (mutandina) impermeabile (il materiale più usato è il PUL - poliuretano laminato) sopra la parte assorbente.


Inoltre, se è necessaria una tenuta maggiore per pipì da campione, si possono utilizzare inserti da unire al rettangolo di tessuto, in modo da aver uno strato assorbente più spesso e quindi più assorbente.
Cosa da non sottovalutare è che questi inserti possono essere acquistati, ma anche fatti in casa in maniera molto semplice, utilizzando materiali di riciclo...magliette in cotone che non utilizziamo più, vecchie lenzuola di flanella o federe, copertine di pile.



Un modello col quale mi sono trovata molto bene è quello con i ferma-inserti anteriori e posteriori in cui bloccare il rettangolo di tessuto piegato. In questo modo, la struttura 'cover+pannolino' rimane meglio in posizione e sono ancor più scongiurate eventuali fuoriuscite; inoltre mi è parso che BabyD gradisse particolarmente questa soluzione, forse perchè il tessuto così bloccato tende meno ad ammucchiarsi e quindi a creare zone fastidiose per il bimbo. 

Il modello che ho acquistato io è il Blueberry - Capri One Size con relativo inserto lungo, formato da 5 strati di 100% cotone cuciti insieme. Un alto dell'inserto è rivestito da uno strato di micro-pile: questo permette di scegliere se mettere un tessuto naturale a contatto con la pelle o un tessuto sintetico ad effetto asciutto. Inoltre, essendo lungo, l'inserto va piegato in due ottenendo 10 strati di assorbenza. Per noi questa è stata un'ottima soluzione in caso di viaggi fuori casa di un certo numero di ore senza possibilità di cambio rapido.



Con un bimbo sufficientemente grande, e quindi più regolare come evacuazioni, e per di più in fase di spannolinamento, ho trovato molto comoda questa soluzione, che il più delle volte mi ha permesso di cambiare solo la parte assorbente, che è l'unica che si bagna/sporca, per cui non è necessario lavare ogni volta anche la cover, che comunque, essendo di tessuto sintetico, asciuga in tempi brevissimi.

Grazie alle caratteristiche di questo tipo di pannolino (ma direi anche all'età del bimbo e al fatto che fossimo in piena estate), ho potuto cavarmela con un parco pannolini ridotto: 6 prefold (acquistati in un Centro Commerciale IperCoop - Linea Viviverde Coop...davvero ottimi...ma purtroppo sono ad oggi una fine serie!), una dozzina di inserti (in cotone, in bamboo, in micro-pile), 3 mutandine impermeabili. Con questo assetto siamo sempre riusciti ad avere pannolini sufficienti a trattenere le nostre pipì durante il giorno!

Abbiamo acquistato anche un paio di POCKET, il pannolino a tasca, che è un pezzo unico, quindi con sistema uguale agli usa&getta per ciò che riguarda il metterlo e toglierlo. E' composto da una parte esterna impermeabile cucita insieme allo strato interno in modo da formare una tasca in cui si inserisce uno o più inserti assorbenti (gli stessi usati con i prefold).


Ho trovato questo tipo di pannolino molto comodo, da utilizzare come un u&g, una volta riempito con gli inserti, quindi un ottimo compromesso per papà, nonni e babysitter! Io preparavo la scorte di pannolini la sera precedente e chi avrebbe badato a BabyD il giorno dopo non doveva pensare a nulla, se non ha conservare nell'apposito cestone  il pannolino, invece di buttarlo.

Per la notte, ci siamo attrezzati con pannolini un pochino più assorbenti, quali i FITTED, che sono veri e propri pannolini realizzati con tessuti molto assorbenti, che usati con la mutandina impermeabile, garantiscono una buona assorbenza e quindi un'ottima soluzione per la notte.

Abbiamo scelto i fitted Littlelamb in viscosa di bamboo con inserto in bamboo cucito al pannolino per aumentarne l'assorbenza, oltre che un velino in pile peluchoso molto morbido, utile la notte per mantenere la pelle asciutta.
L'aspetto negativo per noi è stato il grande ingombro che questi pannolini hanno, se si considera che per aumentare l'assorbenza per la notte è necessario inserire diversi inserti, per cui in realtà non li abbiamo usati molto spesso.

Abbiamo trovato un'ottima buona soluzione per la notte con l'AI2 della Mother-ease (modello: Wizard Duo) con inserto che si abbottona alla mutandina, molto assorbente ma allo stesso tempo sottile, ben sagomato, con elastico cucito tutto intorno che offre un ottimo contenimento. Altro aspetto positivo è che lascia la pelle asciutta, cosa importante per trascorrere una notte tranquilla nonostante la pipì.


Dalla mia esperienza posso, quindi, dire che la cosa più importante è informarsi e se non provare, almeno vedere 'dal vivo' le varie tipologie di pannolini lavabili, capendone il funzionamento e l'utilizzo, in modo da trovare il modello più adatto alle proprie esigenze.

Non è mai troppo tardi per provare a modificare questo metodo di accudimento...la cosa importante è farlo in tranquillità, aspettando che arrivi il momento in cui sentiamo di poter dedicare quell'attimo in più al cambio del pannolino...e se non sarà alla nascita del pupo, sarà magari, come nel nostro caso, a ridosso dello spannolinamento!

sabato 3 ottobre 2015

L'ULTIMA POPPATA


Erano settimane che sentivo che pian piano il nostro allattamento stava volgendo alla fine. 

Il momento solo nostro, in cui ci accoccolavamo stretti stretti sul divano, la sera dopo cena, come un dolce digestivo prima della nanna, si riduceva giorno dopo giorno, il tempo di una ciucciatina di qualche secondo e poi "Ciao ciao!" diceva BabyD, mi copriva con la maglietta...e correva a fare altro. Solo qualche breve ritorno durante la notte, in cui ancora addormentato mi diceva "Siii", già cercando nel buio con la manina di crearsi un varco tra me e il pigiama. Una ciucciatina giusto il tempo di riaddormentarsi.

Poi sono andata fuori città per lavoro quattro giorni.

E quando sono tornata non è stato come le altre volte, che nemmeno mi guardava in faccia ma subito si avventava sul seno per recuperare il tempo perduto. Questa volta mi ha abbracciata, dicendo mamma, mi ha buttato le braccia al collo e, stringendomi forte, mi ha dato tante piccole pacchettine sulla schiena, come fa quando vuole trasmetterti tutto il suo amore. Solo dopo qualche ora si è come ricordato del latte di mamma...ma solo per un secondo ha tentato di scovarne la fonte...per poi dirottare le sue attenzioni in un altro abbraccio. E da quel momento non l'ha cercata più.

Mi manca, lo ammetto. 

Mi mancano quei momenti solo nostri coricati sul divano, dove lui trovava quella calma che per il resto della giornata non aveva, dove si rilassava fino ad addormentarsi. Dove io potevo osservarlo in silenzio, accarezzargli i capelli, ritrovarlo piccino piccino, come la prima volta.

Sono passati 22 mesi da quella prima poppata...sembra contemporaneamente una vita fa e solo ieri. 

Ricordo l'emozione mista a sgomento e paura di quel primissimo contatto tra di noi, pelle a pelle, quando ancora ricoperto dallo strato caseoso che aveva protetto la sua pelle durante la gravidanza, lo hanno appoggiato a me e con piccoli movimenti e sorretto dalle mie braccia tremanti ha raggiunto il mio seno. 
L'ho dovuto guidare, mentre Carmen, la bravissima infermiera pediatrica del nido, guidava me in questa nuova avventura. 
Non è stato tutto rose e fiori, all'inizio. 
Lui ciucciava lento lento, addormentandosi subito...io stringevo un pacchetto di fazzoletti tra i denti per sopportare il dolore della mia pelle che si abituava alla sua presenza. 
Poi abbiamo imparato, tutti e due...ed è iniziato il nostro percorso fatto di latte di mamma e coccole.

Ci siamo goduti per 22 mesi questa simbiosi, nonostante gli sguardi scettici di chi ci circondava e lo considerava 'grande per queste cose'. Ma lui non se n'è mai fatto un problema...quando veniva il momento, cercava il seno, lo chiamava, qualunque fosse il luogo e il tempo in cui ci trovavamo, indifferente alla presenza di altri. E io lo seguivo e la sua tranquillità nel fare quel gesto diventava la mia, vincendo sulla ritrosia che a volte le circostanze mi ispiravano.

Temevo sarebbe stato difficile staccarci...invece, senza una lacrima o un ripensamento, è stato lui a trasformare la coccola dell'allattamento in un abbraccio, tutto da solo...ed è andato per la sua strada.

Mi sembra ancora così strano sedermi sul divano la sera e non vedermi assaltare da lui che ridendo mi tira via la maglia. Arriva invece con un libro o un gioco. E a volte vuole che tenga io il biberon col latte, quando lo beve prima della nanna, oppure si addormentata mettendomi una mano sotto la maglietta, come per rivivere in un modo nuovo quel contatto. E io me lo guardo stupita, come sempre.

Temevo tanto questo momento del distacco fisico. Invece, quando siamo stai pronti tutti e due, è stata la fine naturale di un bellissimo allattamento naturale.

Ed ora inizia un nuovo modo di stare insieme...

venerdì 25 settembre 2015

L'ULTIMO GIORNO. E DA DOMANI UN LAVORO FORMATO MAMMA



Eccomi qui. 
Con una borsa piena di ricordi che pesa molto di più del suo contenuto. E un ombrello di quelli grandi, anche se oggi c'è il sole.
Si vede lontano un chilometro che è una giornata di traslochi. Anzi, di addii, dato il fazzoletto umido appallottolato tra le mie mani.
Non ci sono solo i quaderni di laboratorio e gli appunti scrupolosamente custoditi in questi ultimi 12 anni della mia vita, in questo borsone. Non ci sono solo le idee e i progetti di una aspirante ricercatrice scarabocchiati in ogni tipo di foglio.


Ci sono anche volti, sorrisi, risate, scenette, mangiate insieme, paure, incoraggiamento, coraggio...ci sono giorni felici e soprattutto ci sono persone, anzi amici.
Lo so che forse è stupido versare lacrime per un'occasione come questa, che in fondo è un giorno felice, un giorno in cui ho la possibilità di ricominciare, un giorno che darà il via a giornate ridimensionate che mi faranno stare più vicino alla mia famiglia, un giorno che mi permetterà di andare a prendere mio figlio al nido e avere ancora ore di luce da trascorrere insieme, invece che lasciarlo ad una baby sitter, a giornate in cui avrò addirittura qualche ora a settimana 'tutte per me'. Un giorno che ho scelto liberamente io di vivere. 


Un giorno che mi fa passare dal l'incertezza per il futuro lavorativo ad una grande certezza. Che oggi è una gran cosa.
Però non ce l'ho fatta a trattenerle. 
Saluti veloci per non farsi cogliere dal fiume in piena che improvvisamente ho sentito dentro. E meno male che con la mia Amica-Collega ci siamo salutate ieri...altrimenti lo so che non ce l'avremmo fatta proprio...
Ma in fondo è bello lasciare un lavoro con le guance bagnate di lacrime e il cuore piccolo piccolo che batte forte nel petto. Vuol dire che non è stato solo un lavoro. Vuol dire che è stata una parte della vita che mi ha cresciuto, mi ha fatto diventare ciò che sono oggi.
Vuol dire che ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno accolto e con cui si è diventati ben più che colleghi.
Vuol dire che sono stata proprio fortunata.
Da domani parte la mia seconda vita, che in parte ho già potuto 'testare' in questi ultimi mesi di 'vite parallele'.
Una vita, un lavoro del tutto diversi, come impegno fisico, mentale ed emotivo, come orari, come luogo. Ma che mi piacerà, lo so. Gli assaggi sono stati ottimi. 


Nel mettere a posto la mia parte di scrivania, oggi ho ritrovato questo quadernetto, il primo in cui ho iniziato a scrivere di statistica, analisi multivariata, chemiometria ai tempi della tesi di laurea. 
L'occhio mi è caduto subito sul nome del farmaco pubblicizzato in copertina e ho pensato subito, inconsciamente: "4 mg scatola rossa, 6 mg scatola arancione. Cassetto in basso a destra"...ops! Deformazione professionale ancora prima di iniziare la vita da farmacista! 
Ho sorriso. Forse era già scritto lì, in quel primo simbolo della mia vita universitaria, ciò che avrei fatto in seguito. 
L'ho preso come un segno che questa giornata fosse già stata scritta.
Però insomma...rimane un pochino l'amaro in bocca e il fatto che non è facile trovare o accettare un altro sogno nel cassetto, quando se ne era trovato uno. 

Userò il weekend per far depositare le emozioni...e da lunedì nuovo ritmo, nuova vita...'formato mamma'!

domenica 20 settembre 2015

GENERAZIONI DI MAMME. SESSANT'ANNI DI MAMMITUDINE


Questa è una delle foto che più adoro. Le mamme della mia famiglia. Sessant'anni di mammitudine. 
Oltre che un'evidente somiglianza generazionale che fa sì che ognuna di noi possa specchiarsi nell'altra per vedere com'era e come sarà.

Mia nonna, mamma degli anni '50, tutt'oggi il riferimento per tutta la famiglia. Sarta di professione e per passione (pure oggi che di anni ne ha 91), è la mamma 'di una volta', di quelle che non le fanno più, quella che ha avuto tre figli in due anni e mezzo e aveva comunque tutta la vita familiare sotto controllo, quella che in casa si occupava di tutto, quella che faceva sedere mia mamma sul pedale mobile della macchina da cucire mentre lavorava così lei poteva divertirsi e starle comunque vicina, quella che ha sempre organizzato le riunioni di famiglia, quella che cucinava per venti persone e questo era il modo più naturale di trascorrere una domenica, quella che i ravioli, li impastava e le melanzane per la parmigiana, le friggeva, quella che riesce a smacchiarti ogni capo d'abbigliamento da ogni tipo di macchia, quella che ancora oggi fa le pulizie in grande quando deve passare il prete a benedire. E in tutto questo, sempre con ago e filo in mano. 

Mia mamma, mamma degli anni '80, mamma farmacista con gli orari 'difficili' di questa professione, quella che ha fatto salti mortali per fare le cose come le faceva mia nonna pur lavorando fuori casa, quella che trovava sempre del tempo da dedicare a me e mio fratello nelle pause dal lavoro, quella che impastava la pasta per la pizza nell'ora di pausa per farci mangiare sano...ma che ogni tanto si concedeva di cucinare la 'Pizza Catarì', quella che ha continuato le tradizioni materne in tema di riunioni familiari, quella che dà la cera ai pavimenti, quella che ha sempre stirato tutto (ma proprio tutto!), quella che solo ora che siamo grandi riesce a ritagliarsi anche uno spazio per i suoi interessi fuori casa.

Poi ci sono io, mamma del 2013...quella che il lavoro ce l'ha anche se precario, anche se a 40 km da casa, quella che ha il freezer sempre piano di riserve di cibo...spesso acquistato già surgelato, quella che ha sempre una confezione di riso col condimento liofilizzato pronto in cinque minuti...e lo da anche al figlio, quella che la cera sui pavimenti di casa l'ha data solo la prima volta, quella che lava i piatti ogni due giorni con la lavastoviglie, quella che non stira i vestiti del piccolo di casa...perchè 'tanto la sera sono di nuovo a lavare', quella che coinvolge il figlio in tante attività diverse dall'acquaticità ai laboratori educativi per condividere con lui i suoi momenti liberi, quella che sta sui social e condivide anche lì la sua vita da mamma.
Quella che, insomma, sfigura un po' in quanto a 'economia domestica' rispetto alla nonna e alla mamma.

Tre mamme diverse...

Ma diverse solo in apparenza. Solo in relazione al concetto di maternità, che, come è ovvio, si è modificato nel tempo, così come sono cambiati i ritmi della vita, sempre più veloci, sempre più da ottimizzare. 
Dopo una concezione 'familiare' della maternità, come ai tempi di mia nonna, noi donne abbiamo 'vinto' il lavoro fuori casa e per forza di cose i confini della maternità si sino allargati, rendendo la maternità veloce, fatta di momenti e non di giorni, fatta di tempo di qualità e non di continuità. Una maternità che si condivide sui social, che diventa un po' 'di tutti'.

Però...ecco, penso che anche se cambiano i ritmi, cambiano le società...la cosa bella è che non cambiano le mamme.

Ognuna a suo modo, ognuna secondo i suoi ritmi sa ritagliarsi i momenti per essere mamma, moglie e donna...sa creare quei ricordi che ci portiamo dentro e trasmettiamo alle nuove generazioni. Non importa la società in cui vive, il lavoro che fa, il tempo che ha a disposizione.

Dopo sessant'anni, noi mamme della famiglia siamo più uguali che mai, pur nella nostra diversità 'pratica'. 
Nonostante mia mamma non si dia pace che io non stiri gli abiti di BabyD o che mi guardi un po' diffidente perché lo porto in fascia o uso i pannolini lavabili o biodegradabili, abbiamo tutte lo sguardo amorevole e attento verso i nostri figli, che abbiano due anni o sessanta.

E il mio non essere capace di impastare le lasagne o il mio non stirare non limita la mia possibilità di essere la mamma di cui ha bisogno il mio cucciolo, cosa che su cui spesso rifletto.

Sì, forse all'inizio di questo post, mi ripetevo questa frase come un mantra per auto-convincermi di non essere da meno rispetto alle altre mamme della famiglia...ma mano mano che scrivevo ho capito che davvero posso non essere da meno anche se figli e nipoti non mi ricorderanno per la crostata alla marmellata o la zuppa di pesci o per saper risolvere i problemi tipici di una casalinga...ma magari per essere la mamma che aveva un blog :-)

La mammitudine è davvero una condizione senza tempo e senza spazio...che non risente, nella sua essenza, del trascorrere del tempo e delle diversità sociali...che fa sì che io possa parlare di parto, allattamento, svezzamento, primi passi e prime parole nello stesso modo con una mia coetanea o con mia nonna...è davvero un filo che lega e unisce le generazioni...è il bello di essere mamma!


(Questo post partecipa al tema del mese #unanessunacentomilamamme lanciato dalle #stormoms. Seguile su Facebook qui.)

sabato 12 settembre 2015

DANILESE-ITALIANO. COME CAPIRE MIO FIGLIO CHE HA APPENA INIZIATO A PARLARE



Questa è stata l'estate delle parole. Dopo le primissime paroline, in questi mesi estivi ogni giorno, BabyD ne ha imparato una nuova. Ogni giorno, sempre di più, ha iniziato a ripetere i suoni che gli dicevamo. 

Il tutto sotto il mio sguardo sorpreso...perché come sempre mi pare una cosa strana che lui faccia 'cose da bimbo grande'!


Le paroline sono arrivate...ma certo non tutte hanno un suono  chiaro ed inequivocabile. Alcune sono quasi uguali 'all'originale' e quindi facilmente capibili da tutti, altre, invece, sono proprio inventate da lui...con suoni che hanno un perché sempre molto divertente!


Così ecco il primo vocabolario Danilese-Italiano, le parole base per capire ciò che dice BabyD :-)


A

Acqua = acqua 

A ca-a = andiamo a casa
Ananna = zia Arianna
B
Beee = caprette
Bibi = bimbi
Brumme = moto o macchina
C
Ca = cane o gatto (veri o di peluche)
Ca-a = casa
Cacca = cacca o pipì
Cae = scale
C'è = non c'è
Cia Ciao = Ciao
Ciccia = carne
Cuccu = ciuccio o succo
Cucù = nascondersi, in qualsiasi forma, ma anche fare 'toc toc' con la mano contro una finestra o una porta
D
Deci = gradini [questa è la più divertente: le scale per salire al nostro appartamento sono costituite da rampe di dieci scalini, che ogni volta che si sale o si scende conto ad alta voce. Ecco che ogni gradino si chiama 'deci']
G
Gigi = zio Luigi
I
Iiii = camion, gru e simili [forse 'Iiii' è la sirena?]
M
Mae = mare o male
Mah = 'questa cosa non mi convince!'
Mamma = mamma
Ma mamma = la mamma
N
Na = nonna
Nooo = No
Nonnu = nonno
O
Oh oh = 'ho fatto un pasticcio' oppure 'guarda cosa c'è qui!'
Oscho = Orso (di Masha e Orso)
P
Pae = pane
Papà = papà
Pappa = pappa
Pa pappa = la pappa
Peppa = Peppa (Pig)
Pippi = pipì
Puva = uva
S
Sci = Sì
T
Tata = tata
Tatù = non abbiamo ancora capito se ha un significato...è la parolina che usa per tutto!
Titita = Nonna Rita (la bisnonna)
Tude = è chiuso oppure chiudi
Tunne = palla [questa non è del tutto chiara: 'tunne' perché fa il tunnel con la palla o perché la palla cadendo in terra fa 'tun'?]
Tutuuu = treno


Ultimamente ha iniziato anche a fare qualche piccola frase unendo variamente queste paroline, per esempio <<Papà a ca-a>> o <<Mamma cae>>. 


Per il resto, è un piccolo pappagallino che ripete ciò che gli diciamo e parla anche con i muri, facendo un sacco di discorsi che a noi adulti non è lecito comprendere...però di certo, finché non è sicuro, una parola non diventa parte del suo vocabolario abituale. 

Ancora una volta emerge questo lato del suo carattere per cui fa suo solo ciò di cui è sicuro al 100%.

La cosa più bella di questa sua fase per me è poter dialogare con lui, poter fargli una domanda e ottenere da lui una risposta, più o meno comprensibile, ma sempre una risposta, che esprime il suo piccolo pensiero.
Se gli chiedo dove si è fatto male, se è appena caduto, mi dice "Qui!" e indica il punto preciso dove già a che si prenderà un bacino.
Se gli chiedo se ha fame e gli propongo un certo alimento, sa dirmi "No" scuotendo la testa o "" strappandomelo dalle mani.

E' davvero emozionante PARLARE con mio figlio.

giovedì 3 settembre 2015

PORTARE UN BIMBO GRANDE



Portare in fascia un bimbo grande, di quelli che camminano da soli e vogliono solo correre, non è più una consuetudine, non è più la quotidianità con cui si porta un bimbo piccino. 

Portare un bimbo grande è un collage di momenti, di occasioni

È un insieme di attimi, magari pochi, spesso distanziati nel tempo.

Portare un bimbo grande è fatto di brevi ritorni in groppa. 
Di manciate di minuti, che alla mamma sembrano ore. 
Di momenti regalati.
Di legature semplici.
Di zainetti fatti alla velocità della luce, prima che cambi idea.
Di domande speranzose: 'Vuoi salire sulla schiena della mamma?'. 
Di rifiuti e silenziose accettazioni.
Di '' pronunciati sottovoce o urlati a squarciagola.
Di 'No'che risuonano tra il rumore dei piedini che scappano via.
Di selfie in fascia in cui lui urla 'Mamma!' quando ti vede nello schermo e ti indica col ditino.



Di ditine che segnano in giù, quando il tempo di stare in groppa è finito.
Di testoline addormentate che si appoggiano, calde e pesanti, sulla tua schiena sudata.



Di manine che frugano nell'armadio e tirano fuori la loro fascia preferita.
Di un bimbo che ti porta quella fascia e ti fa '' con la testolina.
Di una faccina stremata dal sonno che ti si aggrappa pancia a pancia e puoi legarlo solo così.
Di un bimbo che usa la tua schiena e le tue spalle come pista della sua moto giocattolo.



Di voglia di mamma improvvisa, magari mentre tu stai lavando i piatti o rifacendo il letto.
Di una mamma che molla lì tutto e si carica il bimbo in groppa.
Di manine che ti si aggrappano alle braccia o ti stringono il collo.



Di piccoli parrucchieri che ti acconciano i capelli.



Di fasce 'che ormai è troppo tardi per comprarla'.
Di un bimbo che vuole portare il suo peluche del cuore.
Di sguardi rivolti nella stessa direzione e tante chiacchiere su ciò che si vede insieme.


Di giorni in cui il bimbo preferisce il passeggino lasciato nel sottoscala. E tu non puoi farci niente.


Di un duro lavoro per accettare la crescita di tuo figlio, per lasciarlo andare quando te lo chiede.





Portare un bimbo grande è essere in due avvolti nel caldo e dolce abbraccio della fascia.

Prima c'ero solo io che portavo, che decidevo tempo e luogo. 
Ora siamo in due: io porto te, che decidi il dove e il quando. 
Non ballo più da sola. Ora balliamo insieme. Ora condividiamo il portare, il portarCI.

domenica 30 agosto 2015

L'ALLEGRA FATTORIA


In queste ultime settimane, BabyD ha imparato a fare il verso di alcuni  animali...cane, gatto, mucca, capra, leone...prende gli animaletti della fattoria che gli hanno regalato i nonni tempo fa o i suoi peluche e gira per casa alternando un 'MUUU' a un 'BEE' a un 'BAUUU' a un 'GRRR'.

Per questa sua nuova passione, oggi, dalla biblioteca dei nonni, non poteva che scegliere questo libro come gioco prima della nanna pomeridiana.

È un pop-up bellissimo...che con i suoi animali 3-D permette al bimbo di entrare per davvero nella fattoria!



BabyD continuava a 'ispezionare' i musetti delle bestiole e a curiosare dentro la loro bocca spalancata!

E ovviamente ogni pagina era accompagnata dal verso dell'animale che incontravamo!

Quello che gli ha creato un po' di difficoltà è stato il maialino...nemmeno l'amore per Peppa Pig gli ha ancora fatto imparare a fare il verso del porcellino! Ci ha provato ogni volta che lo incontravamo ma ne usciva solo un suono gutturale appena percettibile.




L'amore più grande lo ha riservato al gatto: lo cercava, chiamandolo al suo modo ossia urlando 'CAAA' (in origine era il nome per il cane, poi assegnato anche ai gatti) e appena lo vedeva, lo accoglieva col sorriso, una carezza e un abbraccio al libro...

E alla fine, arrivati per la decima volta alla pagina del micio rosso, ci siamo addormentati così, abbracciati a lui...

venerdì 14 agosto 2015

SPANNOLINAMENTO. LA CONSAPEVOLEZZA E I PRIMI SUCCESSI


Tempo d'estate...tempo di spannolinamento!

Eccomi, dunque, a raccontarvi la nostra esperienza nel tentativo di passare dal pannolino al vasino.

Il vasino fa parte del nostro 'arredamento' da quando BabyD aveva circa un anno, quindi ormai da circa 7/8 mesi. Da madre razionale e un tantino ansiosa, ho pensato che una graduale introduzione del famigerato arnese fosse l'ideale per mio figlio, che è noto abbia bisogno di tempo per abituarsi alle cose nuove.
Così siamo andati insieme a comprare il nostro vasino rosso fiammante e l'abbiamo sistemato in mezzo ai giochi, come uno fra i tanti. Ogni tanto gli facevamo qualche visitina, con pannolino e tutto il resto indossato al loro posto. BabyD ha potuto abituarsi alla sua presenza e, pian piano, imparare che vi si poteva sedere sopra.

Tutto questo in pieno inverno.

Con l'arrivo della primavera e del primo clima un pochino più caldo, abbiamo iniziato le prime prove senza pannolino. Un paio di volte al giorno, liberi tutti...e levati pantaloncini e pannolino, sedevo il cucciolo sul vasino, magari guardando i cartoni, leggendo un libro, giocando. Le prime volte nulla. Vasino vuoto. Poi pian piano qualche pipì è arrivata proprio nel momento in cui era seduto lì sopra. Tutto casuale ovviamente, ma è iniziato il processo di consapevolezza.

Poi abbiamo iniziato un rituale che per molte settimane ha funzionato. Tutte le mattine, appena svegli, subito davanti ai cartoni seduto sul vasino a fare colazione...e lì beccavano sempre pipì e popò
Pensavo fossimo sulla strada giusta...ma ad un certo punto le abitudini fisiologiche del pupo sono cambiate...e addio routine! Non abbiamo beccato nulla per settimane!

Arrivato il caldo dell'estate, abbiamo definitivamente abbandonato il pannolino (solo in casa) e siamo passati alle mutandine. E qui è iniziato il delirio! Il nostro caro vasino era sempre lì, in mezzo ai giochi, davanti alla tv...ma il cucciolo non lo considerava più di tanto all'inizio. Era più interessato a riempire di laghetti tutta la casa...urlando impaurito le prime volte che si bagnava! Io mi accucciavo munita di secchio e straccio e cercavo di spiegargli ciò che era accaduto. Pian piano ha capito...e sono sparite le urla di terrore...ma non i laghetti in giro per casa!

La svolta c'è stata nel momento in cui abbiamo eliminato anche le mutandine. Libero da tutto, ha cominciato ad avere consapevolezza del momento in cui faceva pipì e popò
Sempre laghetti, ma nel momento in cui succedeva 'il fattaccio' gridava a gran voce: "caccaaa!" (che vale per ogni tipo di bisognino). Probabilmente, le mutandine gli davano ancora un senso di contenimento come con il pannolino.

Una piccola capacità di trattenere la pipì è arrivata col tempo...giusto un paio di secondi tra l'urlo"caccaaa!" e il laghetto...ma meglio che niente! Se poi la mamma o il papà erano super veloci, a volte si beccava anche con il vasino!

Poi da un giorno all'altro ha iniziato a chiamarmi ogni volta che doveva fare qualcosina...e a farsi portare sul vasino. Da mille laghetti a zero nel giro di una notte! Non lo dico troppo forte, ma sono quasi tre giorni che le cose funzionano. 
Tipicamente, ha fatto come ogni volta che ha imparato qualcosa di nuovo: assecondati i suoi tempi, quando decide una cosa, la fa e stop.

È stato un percorso non facile. A volte riprenderlo per aver bagnato il tappeto con il vasino lì accanto o farla appena si era alzato dal vasino vuoto rischiava di essere la soluzione più immediata...ma la pazienza di spiegargli, di non abbandonare i piccoli successi (anche questa grande tentazione), di dargli il tempo di abituarsi, credo lo abbiano aiutato a superare lo scoglio più grosso: diventare consapevole.

Il prossimo passo sarà tentare di portarlo fuori casa senza pannolino.

Al via con una nuova sfida!

PS - Nota: se seguite la mia strada di introdurre il vasino dapprima come un gioco, sappiate che poi il posto del vasino resterà quello. Noi lo abbiamo tenuto con i giochi sul tappeto del salotto...e ora per lui il posto dei bisognini è quello ;-)